Abstract del verbale della seduta del 2 settembre 2003

 

STUDIO PRELIMINARE SULL’INVASO VILLAROSA

 

ESAME DELL’ATTUALE STATO DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO SUL FIUME ORETO. OPERE DI PERTINENZA DELL’AMAP S.P.A. DI PALERMO

 

RAPPORTO SUI CONTESTI TERRITORIALI DOVE PERMANGONO CRITICITA’. PROPOSTE DI INTERVENTI PER FRONTEGGIARE E SUPERARE SITUAZIONI DI EMERGENZA

 

STUDIO PRELIMINARE SULL’INVASO VILLAROSA

Si rileva preliminarmente che, in linea generale, la relazione  prodotta da Sogesid S.p.A. sulla valutazione d’uso del serbatoio Villarosa, è approfondita e completa e prospetta, nel contempo, soluzioni tecnico - progettuali condivisibili. Si mette in evidenza come il serbatoio Villarosa presenti, allo stato, una capacità di invaso pari a 13 ml/m3.

Prioritaria è la decisione in ordine all’uso che si vuole fare dell’acqua. Ulteriore profilo da prendere in esame è la sua consegna ai territori e alle comunità individuate, da effettuarsi previa individuazione degli impianti da realizzare.

Si concorda che per poter operare una scelta di questo tipo occorre preliminarmente procedere alla valutazione della qualità dell’acqua.

Si ricorda, a tal proposito, che esistono due prelievi – abbastanza datati – le cui risultanze vanno confermate; entrambi, comunque, mettono in evidenza che la qualità dell’acqua non è elevata in quanto, senza trattamenti di desalinizzazione, la quantità di potassio presente non ne consente l’uso potabile.

Gli altri utilizzi che si prospettano sono quello industriale, tra l’altro molto limitato, e quello agricolo; a proposito di quest’ultima possibilità, si ricorda che, allo stato, nel comprensorio del territorio delle province di Enna e Caltanissetta,  vi è un esubero di circa 20 ml/m3 di acqua.

A seguito di quanto rappresentato, il relatore prospetta la soluzione che l’unico utilizzo possibile sia quello potabile, prevedendo una miscelazione dell’acqua invasata nel serbatoio di Villarosa con le fonti provenienti dai serbatoi di Ancipa e Blufi.

Il costo di utilizzo dell’acqua, a seguito del processo di miscelazione - mediante l’installazione di un impianto di tipo modulare con le fonti di acqua provenienti dai serbatoi di Ancipa e Blufi - si presenta, già oggi, accettabile, pari all’incirca a 0,70 euro per m3 in una condizione di assenza di cofinanziamento; in presenza di cofinanziamento il costo potrebbe scendere a 0,20/0,25 euro per m3.

Si puntualizza che, al momento, la soluzione più immediata è quella di procedere alla miscelazione dell’acqua e non alla sua dissalazione, in quanto, quest’ultimo processo, si prospetta molto più oneroso.

La Sogesid propone, a tal proposito, la realizzazione di una condotta di 8 Km che porti l’acqua dal serbatoio Villarosa a Pasquasia e da qui, con una condotta ulteriore di 9 Km in località “Cozzo di Guardia”, verrebbe miscelata con le acque provenienti dai serbatoi di Ancipa e Blufi.

L’acqua così ottenuta verrebbe - con un costo basso pari all’incirca a 3,5 Meuro - veicolata nel comprensorio del territorio di Gela.

Si ribadisce che l’Ufficio deve dare la priorità dell’utilizzo per uso civile richiamando l’attenzione sull’impianto di potabilizzazione modulare.

Si rileva che in tale ottica, anche la scelta di procedere alla dissalazione dell’acqua da veicolare verso la città di Enna - anche se costosa - potrebbe rilevarsi una soluzione obbligata e strategicamente valida per sopperire al venir meno della disponibilità del serbatoio Ancipa interessato da importanti lavori di risistemazione.

Si evidenzia nel contempo che la scelta da proporre ai progettisti deve articolarsi su due distinti livelli: uno ordinario (Ancipa aperta con dirottamento dell’acqua verso Gela) e uno emergenziale (Ancipa chiusa con acqua dirottata verso la città di Enna).

Il Collegio, in proposito, esprime parere favorevole sullo studio Sogesid specificando che occorre dare corso ad una progettazione che preveda di miscelare l’acqua del serbatoio Villarosa con quella di serbatoi Ancipa e Blufi, con la presenza di un potabilizzatore modulare da ubicare in località Pasquasia.

 

ESAME DELL’ATTUALE STATO DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO SUL FIUME ORETO. OPERE DI PERTINENZA DELL’AMAP S.P.A. DI PALERMO

Il fiume Oreto è un fiume con caratteristiche di perennità maggiori di molti altri corsi d’acqua siciliani, poiché è alimentato da molte sorgenti, ma è anche molto inquinato, particolarmente in alcuni periodi dell’anno (nov/dic.), quando vengono scaricate nel fiume le acque reflue provenienti dai frantoi oleari.

Il progetto prevede la sistemazione della presa sul fiume, della centrale di sollevamento e di un tratto della condotta di collegamento con il potabilizzatore “Gabriele”. La nuova opera consentirebbe di incrementare la portata prelevata da 400 l/s a 600 l/s.

Si sottolinea, peraltro, come le opere proposte non consentono comunque di superare alcuni problemi, come la riduzione entro parametri accettabili della torbidità delle acque durante le piene. In questi casi è necessario mettere a scarico la presa e contestualmente utilizzare l’acqua dei serbatoi cittadini, che si deve avere l’accortezza di mantenere pieni.

Entrando, poi, nel merito delle scelte progettuali, si rileva come l’opera sia parzialmente incompleta, dagli elaborati esaminati, infatti, si evince la mancanza di casse di aria a difesa dei fenomeni di moto vario, né viene chiarito il funzionamento del sistema nel caso di distacco improvviso dell’opera di presa Oreto nei confronti dell’approvvigionamento della città.

Si suggerisce, quindi, di inserire nel progetto alcune prescrizioni tecniche al fine di migliorare la struttura dell’opera e assicurare una migliore funzionalità.

Si  affronta il problema della opportunità di adottare o meno la procedura dell’appalto integrato.

Si evidenzia, in proposito, che l’opera è, in parte importante, costituita dal rinnovo dell’impianto di sollevamento. Ciò premesso, si ricorda che la stessa costituisce il completamento di un’opera  più complessa, di cui è già stata realizzata la gran parte.

Si determina che non sussistono le condizioni per operare con la procedura dell’appalto integrato in quanto le pompe di sollevamento non costituiscono opere tecnologicamente tali da giustificare la scelta di tale procedura, anche in ragione della circostanza che il progetto è considerato un rifacimento/potenziamento di un opera già esistente. La fattispecie in esame è più correttamente ascrivibile nell’ambito di un appalto misto.

 

RAPPORTO SUI CONTESTI TERRITORIALI DOVE PERMANGONO CRITICITA’. PROPOSTE DI INTERVENTI PER FRONTEGGIARE E SUPERARE SITUAZIONI DI EMERGENZA

Preliminarmente si sottolinea come quasi tutte le iniziative contenute nel documento in esame devono – al di là delle decisioni che il Collegio intende assumere al riguardo – essere verificate alla luce del piano industriale di Siciliacque S.p.A..

La prima proposta è costituita dalla realizzazione dell’interconnessione tra il potabilizzatore dello Iato (Cicala) dell’invaso Poma e l’acquedotto del dissalatore di Nubia al nodo di Alcamo.

A tal proposito, si  riferisce che il bacino dello Iato fornisce circa 35 ml/m3 di acqua; si tratta di una importante risorsa principalmente dedicata all’agricoltura, ma è comunque auspicabile una interconnessione con la zona a nord – ovest di Alcamo per assicurare perequati rifornimenti idrici integrativi alla zona suddetta.

L’idea merita un approfondimento progettuale, a condizione che si accompagni alla previsione di una riduzione dei prelievi idropotabili dal serbatoio dello Jato a favore del comprensorio del territorio di Palermo.

Il Collegio condivide le valutazioni esposte ed esprime parere favorevole alla realizzazione della attività progettuale.

La seconda proposta è costituita dal progetto per il rifacimento ed il potenziamento dell’acquedotto Montescuro est, a servizio di alcuni comuni della provincia di Palermo; a tal proposito, a parere del relatore, la proposta è valida in quanto l’acquedotto dovrà comunque essere rinnovato, tenuto conto che ha già superato il normale periodo di funzionamento.

Il Collegio condivide le conclusioni del Relatore e, per le considerazioni sopra riportate, suggerisce di operare un approfondimento tecnico progettuale.

La terza proposta riguarda l’utilizzo dell’invaso Villarosa, mediante potabilizzazione e dissalazione e interconnessione con l’acquedotto Ancipa al partitore Baronessa nel territorio di Enna, già trattato al primo punto.

La quarta proposta concentra l’attenzione sul progetto per l’utilizzo delle acque fluenti del fiume Sosio-Verdura ad integrazione del sistema acquedottistico Favara di Burgio e per il potenziamento del potabilizzatore di Ribera.    

A tal proposito si osserva che è ben nota l’attenzione dell’Ufficio del Commissario per una programmazione globale della migliore utilizzazione delle acque del sistema Sosio–Verdura e Belice.

Risulta che quanto prima uno studio apposito verrà posto all’esame del Collegio.

Viene considerata la possibilità di immediata utilizzazione, e a questo proposito viene espresso parere favorevole in ordine al riefficientamento del potabilizzatore di Ribera, rinviando alla apposita occasione di esame dello Studio suddetto, tutte le possibili determinazioni sulle utilizzazioni delle fluenze del fiume Sosio – Verdura.  

La quinta proposta riguarda il progetto per il potenziamento e riefficientamento dell’acquedotto FanacoMadonie Ovest. Il Fanaco è stato sempre considerato una riserva, in quanto è possibile interconnetterlo con molte diramazioni, e per tale motivo, anche in questo caso, si decide per il riefficientamento.

La sesta proposta riguarda il progetto per l’utilizzo delle fluenze derivate dalla Galleria Scioltabino ad integrazione delle disponibilità idriche a favore della provincia di Caltanissetta.

Questo progetto non è in tempi brevi realizzabile poiché sussistono delle enormi difficoltà che si frappongono al completamento della Galleria.

L’utilizzazione di acque che in effetti fuoriescono dal cantiere risulterebbe precaria, poiché potrebbe interferire con la ripresa dei lavori.

D’altra parte, il rinvenimento di acqua durante la costruzione della Galleria suscita la necessità di accertamenti sui sistemi idrici sotterranei della zona che sono, peraltro, già utilizzati per l’approvvigionamento di Caltanissetta  e per gli approvvigionamenti potabili ed irrigui privati.

Il Collegio ritiene che la proposta debba essere corredata da altri elementi conoscitivi prima di passare a fasi progettuali e dà mandato all’Ufficio di operare un approfondimento.

La settima ed ultima proposta concerne il progetto per il riefficientamento dell’acquedotto Casale e la realizzazione dell’interconnessione con l’acquedotto Rifesi - Gebbia, con un’area di utilizzo di 5 paesi.

Si tratta di un acquedotto che funziona da diversi decenni (40 anni), per questo motivo, viene espresso parere favorevole alla previsione di ricostruzione, inserendolo nella scala di priorità  di cui si è fatto cenno a proposito dell’acquedotto  Montescuro est.