A)
Nove interventi prioritari dell'Accordo di Programma Quadro
Risorse Idriche:
Il Commissario delegato ha subito avviato le procedure finalizzate
a realizzare i nove interventi prioritari e strategici.
In particolare:
* Acquedotto Favara di Burgio
L'acquedotto Favara di Burgio, della lunghezza di Km. 50 circa,
costruito negli anni '50, è un'opera la cui realizzazione
consentirà di trasferire risorse idriche dalle sorgenti
omonime ubicate nel comune di Caltabellotta (Ag) e dal potabilizzatore
di Sambuca di Sicilia - che tratta le acque provenienti dalla
diga Garcia (Comune di Contessa Entellina, prov. Palermo)
al comprensorio di Agrigento ed alla stessa città di
Agrigento, beneficiando, nel contempo, n. 9 comuni (Menfi,
Sciacca, Ribera, Montallegro, Cattolica Eraclea, Siculiana,
Realmonte, Porto Empedocle, Agrigento) per un bacino complessivo
di popolazione pari a 170.000 abitanti.
Il progetto preliminare redatto dall'EAS - rivelatosi in sede
di esame successivo largamente incompleto - prevedeva una
spesa di 51 miliardi di lire per il completo rifacimento della
condotta esistente di cui il 30% a carico dell'EAS ed il rimanente
70% a valere sui finanziamento della U.E..
A seguito dell'affidamento della progettazione esecutiva (luglio
2002) attraverso l'espletamento della relativa gara pubblica
bandita in conformità alle prescrizioni dettate dalla
normativa comunitaria, l'Ufficio è stato impegnato
nel costante monitoraggio di tali progettazioni (rispetto
della tempistica assegnata, convocazione di riunioni periodiche
con i progettisti, analisi ed eventuale specificazione dei
criteri di progetto, ecc.).
Il progetto è stato consegnato all'Ufficio nel mese
di ottobre 2002 e, con le prerogative consentite dalle ordinanze
di protezione civile anche in ordine all'abbattimento dei
tempi di convocazione ed esame, è stato prima approvato
in Conferenza di Servizi, e poi trasmesso alla Commissione
Regionale dei lavori pubblici (art.5 l.r. n.7/2002) per l'esame
e l'approvazione.
I lavori di tale organo si sono conclusi con l'approvazione
(con prescrizioni ) del progetto definitivo in data 7.11.2002.
Successivamente, in data 4 marzo 2003, in sede di Conferenza
di servizi, è stato approvato il progetto esecutivo,
ultimo passaggio dell'iter burocratico, prima di passare alla
fase negoziale, strumentale alla realizzazione dell'opera.
L'importo complessivo dell'intervento è stato stimato
in euro 65.898.198,00.
A fronte della originaria disponibilità di 51 miliardi
di lire, e per la differenza da finanziare, si è ottenuta
con delibera CIPE del 19.12.2002 l'integrazione del finanziamento
attraverso la c.d. legge obiettivo.
I lavori avranno la presumibile durata di due anni.
Obiettivo dell'Ufficio è quello di dar corso alle relative
procedure di avvio della fase negoziale entro il 30 giugno
del 2003. Tuttavia, attesa la partecipazione dell'EAS alle
spese, e tenuto conto della prossima creazione della Società
mista "Siciliacque s.p.a.", che sostituirà
l'Ente Acquedotti Siciliani nella gestione a regime delle
acque, l'avvio è comunque condizionato all'effettivo
decollo della nuova struttura societaria.
* Acquedotto "Dissalata Gela - Aragona"
L'acquedotto "Dissalata Gela - Aragona, della lunghezza
di Km. 90, già ricostruito negli anni 70', è
un'opera la cui realizzazione consentirà di trasferire
risorse idriche dall'impianto di dissalazione gestito dall'Agip
nel comune di Gela (Cl) al comprensorio di Agrigento ed alla
stessa città di Agrigento, beneficiando, nel contempo,
n. 5 comuni (Gela, Niscemi, Licata, Palma di Montechiaro,
Agrigento, Aragona) per un bacino complessivo di popolazione
pari a 205.000 abitanti.
Inoltre - così come previsto nello schema di programmazione
licenziato dalla Sogesid s.p.a., ed una volta completato il
serbatoio Blufi sul fiume Imera meridionale - l'acquedotto
potrà convogliare sullo stesso percorso le risorse
idriche provenienti da tale serbatoio.
L'attuale acquedotto realizzato in vetroresina per una scelta
tecnica che ha avuto come motivazione prevalente la compatibilità
del materiale utilizzato con le caratteristiche dell'acqua
dissalata, è in atto - proprio per i territori attraversati
tradizionalmente vocati all'agricoltura e a causa della perdurante
siccità del 2002 comprovata dai dati pluviometrici
relativi che fotografano le scarsissime precipitazioni nella
zona ricompressa tra le province di Caltanissetta e Gela -
di valore strategico quale unica fonte certa di approvvigionamento
dei terreni e, come tale, proprio per le caratteristiche del
materiale utilizzato, oggetto di facili vandalismi, spesso
strumentali al furto delle risorse stesse.
Il progetto preliminare redatto dall'EAS - anche questo, come
quello relativo all'acquedotto Favara di Burgio, rivelatosi
in sede di esame successivo largamente incompleto e sottostimato
- prevedeva una spesa di 69 miliardi di lire per il completo
rifacimento della condotta esistente di cui il 30% a carico
dell'EAS ed il rimanente 70% a valere sui finanziamento della
U.E..
Anche in questo caso si è proceduto all'affidamento
della progettazione esecutiva (luglio 2002) attraverso l'espletamento
della relativa gara pubblica bandita in conformità
alle prescrizioni dettate dalla normativa comunitaria, iniziativa
cui è seguito il costante monitoraggio di tali progettazioni
(rispetto della tempistica assegnata, convocazione di riunioni
periodiche con i progettisti, analisi ed eventuale specificazione
dei criteri di progetto, ecc.).
Il progetto è stato consegnato all'Ufficio nel mese
di ottobre 2002 e, con le prerogative consentite dalle ordinanze
di protezione civile anche in ordine all'abbattimento dei
tempi di convocazione ed esame, è stato prima approvato
in Conferenza di Servizi, e poi trasmesso alla Commissione
Regionale dei lavori pubblici (art.5 L.R.n.7/2002) per l'esame
e l'approvazione.
I lavori di tale organo si sono conclusi con l'approvazione
(con prescrizioni ) del progetto definitivo in data 16.12.2002.
Per l'espressione dei pareri favorevoli di tutti gli enti
interessati alla realizzazione dell'opera, necessaria all'approvazione
del progetto esecutivo, è stata già convocata
un'apposita conferenza di servizio per il 4 aprile prossimo.
L'importo complessivo dell'opera è stato stimato in
euro 89.205.267,67.
A fronte della originaria disponibilità di 69 miliardi
di lire, e per la differenza da finanziare, si è ottenuta
con delibera CIPE del 19.12.2002 l'integrazione del finanziamento
attraverso la c.d. legge obiettivo.
I lavori avranno la presumibile durata di due anni.
Finalità dell'Ufficio è quello di dar corso
alle relative procedure di avvio della fase negoziale entro
il primo quadrimestre del 2003. Tuttavia, come per l'intervento
già indicato, attesa la partecipazione dell'EAS alle
spese, e tenuto conto della prossima creazione della Società
mista "Siciliacque s.p.a.", che sostituirà
l' Ente Acquedotti Siciliani nella gestione a regime delle
acque, l'avvio è comunque condizionato all'effettivo
decollo della nuova struttura societaria.
* Acquedotto Montescuro Ovest
L'Acquedotto "Montescuro Ovest" ha origine in corrispondenza
dei Monti Sicani (nei pressi di Palazzo Adriano, prov. Pa),
si sviluppa lungo la Valle del Belice per circa 100 km. fino
all'agro ericino in prossimità di Trapani, ed è
il più lungo degli acquedotti da realizzare. Costruito
intorno agli anni '40 per fornire alla provincia di Trapani
una fonte di approvvigionamento che potesse integrare le scarse
risorse naturali di quel comprensorio, alimenta n. 22 comuni
di tre diverse province (provincia di Palermo: Chiusa Sclafani,
Giuliana e Palazzo Adriano; provincia di Agrigento: Montevago,
Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belice; provincia di
Trapani: Buseto Palizzolo, Calatafimi Segesta, Campobello
di Mazara, Castelvetrano, Custonaci, Erice, Gibellina, Paceco,
Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Trapani,
Valderice e Vita) per un bacino complessivo di popolazione
pari a circa 441.000 abitanti, e per un fabbisogno idrico
totale di circa 35,6 Mmc/anno.
L'intervento previsto, che ha ad oggetto il rifacimento dell'acquedotto,
è allo stato attuale in fase di progettazione preliminare
curata dalla SOGESID S.p.A. (Società Gestione Impianti
Idrici) e, nell'attuale previsione, intende captare ulteriori
risorse già disponibili, a favore di un bacino d'utenza
rappresentato da una vasta area dell'A.T.O. di Trapani, dove
i deficit idrici sono molto consistenti.
L'originaria impostazione progettuale prevedeva, quale scelta
strategica della Regione Siciliana nella gestione delle infrastrutture
idriche sovrambito, di privilegiare l'economicità dei
costi di approvvigionamento dell'acqua per gli usi civili
attraverso la progressiva riduzione dell'uso degli impianti
di dissalazione (nel caso specifico quello di Trapani in contrada
Xitta), limitando la produzione di acqua dissalata a valori
assolutamente marginali, quali quelli che si potrebbero presentare
in situazioni di servizio di punta stagionali od emergenziali.
L'attività dell'ufficio, in questo contesto, è
stata primo luogo quella di monitorare lo stato della progettazione
con un continuo contatto con la Società incaricata
della progettazione anche al fine di fornire direttive e "linee
guida" in ordine alle modalità di redazione del
progetto conformi alla esperienza maturata nel corso della
gestione commissariale.
L'attivazione delle prerogative di legge previste dalla l.r.
n. 7 del 2002 di recepimento della normativa nazionale in
materia di lavori pubblici hanno legittimato la nomina di
un responsabile unico del procedimento che attua on-line rivisitazione
critica delle scelte progettuali e di accelerazione delle
procedure.
L'esperienza maturata nell'anno appena trascorso e la constatazione
del bacino d'utenza servito sia dalla logica proiezione degli
effetti benefici dell'acqua in un arco di tempo medio medio-lungo
e della potenziale modifica in aumento della domanda collegata
anche ad un aumento della popolazione, hanno legittimato una
rilettura della originaria programmazione ed un coordinamento
dell'iniziativa in esame con il mantenimento e/o l'implementazione
di dissalazione di significativa portata.
In particolare, il nuovo acquedotto andrebbe ad integrare
le portate prodotte dal dissalatore di Trapani con le risorse
idriche da prelevare ulteriormente dal serbatoio Garcia e
da integrare con il trasferimento delle fluenze del Fiume
Sosio - Verdura (da trattare entrambe nel potabilizzatore
di Sambuca, di cui si prevede il necessario potenziamento).
A fronte di un affidamento dell'incarico di progettazione
del 28 maggio 2002, per la conclusione dell'attività
progettuale residua (progetto definitivo ed esecutivo) è
prevista in dieci mesi, cui aggiungere ulteriori tre mesi
per l'espletamento della gara d'appalto.
Tempi per l'esecuzione delle opere sono ipotizzabili in ventiquattro
mesi (due anni), decorrenti con buona approssimazione dal
gennaio 2004.
L'importo presunto del progetto ammonta a € 61.413.878,62
(corrispondente a £. 118.913.850.750), di cui €
45.818.962,00 per lavori a base d'asta ed € 15.594.916,62
per somme a disposizione dell'Amministrazione.
* Ampliamento del Potabilizzatore Garcia di Sambuca di
Sicilia
Il progetto di potenziamento del potabilizzatore Garcia di
Sambuca di Sicilia (che allo stato attuale delle procedure
attiene alla progettazione preliminare) consente di elevare
l'attuale potenzialità di 600 lt/sec. a quella necessaria
(a regime ed in tutte le condizioni, ivi compresa quella di
punta) all'alimentazione del nuovo acquedotto Montescuro Ovest
e del nuovo acquedotto Favara di Burgio.
Si prevede, pertanto, di trattare sia i maggiori volumi di
risorsa idrica da derivare dal serbatoio Garcia che le nuove
fluenze da derivare dal serbatoio Gammauta sul fiume Sosio-Verdura.
La potenzialità totale prevista con l'intervento in
argomento è di 1.200 lt./sec..
Occorre evidenziare che il potenziamento del potabilizzatore
di Sambuca non comporta alcun onere aggiuntivo per espropriazioni,
in quanto l'area di intervento è già disponibile
presso l'impianto esistente.
La redazione della progettazione è in carico alla Sogesid
s.p.a dal 28 maggio 2002 e il tempo indicato per la conclusione
dell'attività progettuale residua, che comporta la
redazione sia del progetto definitivo che di quello esecutivo,
è di sei mesi, cui aggiungere ulteriori tre mesi per
l'espletamento della gara d'appalto. Sempre la SOGESID S.p.A.
ritiene che i tempi per l'esecuzione delle opere siano ipotizzabili
in ventiquattro mesi (due anni), decorrenti con buona approssimazione
dal gennaio 2004.
L'importo presunto del progetto ammonta complessivamente a
circa € 5.164.568,99 (corrispondente a £. 10.000.000.000).
Anche in questa occasione, l'attività dell'ufficio,
è stata prevalentemente quella di un monitoraggio dello
stato della progettazione con un continuo contatto con la
Società che progetta, anche al fine di fornire direttive
e "linee guida" in ordina alle modalità di
redazione del progetto conforme alla esperienza maturata nel
corso della gestione commissariale.
* Diga Ancipa
I lavori di risanamento del corpo diga sono stati consegnati
alla fine di novembre 2002, e la durata prevista è
di 48 mesi.
L'importanza del serbatoio è strategica non solo per
la quota cui lo stesso è posto ma anche perché
è l'unico serbatoio che annualmente si riempie con
il solo bacino allacciato del torrente Cutò.
La capacità utile è di 27,8 milioni m3.
Il serbatoio fa capo al "Sistema acquedottistico Ancipa"
che non è stato completato interamente per vicende
giudiziarie e ambientali. Tuttavia il sistema mantiene la
sua funzionalità anche con l'allacciamento al bacino
sotteso dalla sola traversa sul torrente Martello.
I comuni serviti dal sistema acquedottistico - quasi interamente
realizzato e funzionante e che per il tratto denominato Ancipa
Basso non ancora consegnato all'E.A.S. - che fa capo al serbatoio,
prevalentemente ubicati nella provincia di Enna, sono: Agira,
Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Capizzi (ME), Cerami,
Enna, Gagliano C., Leonforte, Mazzarino (CL), Nicosia, Nissoria,
Piazza Armerina, Pietraperzia, Riesi (CL), Sperlinga, Troina
e Valguarnera più qualche altra utenza per complessivi
274.550 abitanti circa.
Per l'opera già da tempo realizzata ed in esercizio,
si è ritenuto necessario - a seguito di precise prescrizioni
del Servizio nazionale Dighe - prevedere interventi strutturali
sullo sbarramento, interessato da uno stato fessurativo che
ne ha imposto per motivi di sicurezza la limitazione della
capacità d'invaso.
L'attuale ente gestore (Enel Greenpower) che ne cura l'attuazione,
in data 29/11/02 ha proceduto alla consegna dei lavori all'impresa
e provvederà anche alla manutenzione della galleria
allacciante Cutò e al ripristino dell'efficienza della
condotta forzata alla centrale di Grottafumata che, indirettamente,
consente l'interconnessione con il serbatoio Pozzillo.
Oggi l'interconnessione è limitata a soli 200 l/s per
una limitazione di portata dalla condotta forzata pertinente
alla diga.
I lavori avranno una durata presunta di circa 4 anni, nel
corso dei quali non solo non si procederà allo svuotamento
del serbatoio, in atto di assoluta importanza strategica per
l'approvvigionamento idrico delle province di Enna e Caltanissetta,
ma si potrà richiedere l'aumento del livello di invaso
man mano che i lavori saranno realizzati.
*)
Diga Blufi
I lavori di costruzione della diga di Blufi sono iniziati
il 4.12.1990.
Il serbatoio fa capo al "Sistema acquedottistico centro-orientale
della Sicilia" - già realizzato e funzionante
- ed è strategico perché destinato ad integrare
o a soddisfare l'intero fabbisogno idro-potabile di otto comuni
(Caltanissetta, Pietraperzia, Barrafranca, Mazzarino, Riesi,
Butera, Gela e Niscemi), ricadenti nelle province di Caltanissetta,
Enna e Agrigento, ed è interconnesso con gli acquedotti
Madonie est, Madonie ovest, Ancipa basso e alla dissalata
Gela-Aragona. Il numero di abitanti il cui fabbisogno idrico
sarà interamente soddisfatto od integrato - attraverso
le interconnessioni - ammonta a circa 300.000 unità.
Il potabilizzatore che alimenta l'acquedotto è già
costruito, ha una potenzialità di 1200 l/s, ma può
essere utilizzato pienamente solo quando le fluenze del fiume
Imera hanno bassa torbidità, e cioè nei periodi
di portata "morbida", o saltuariamente nei periodi
di magra (estate) quando è possibile far funzionare
almeno un modulo del potabilizzatore. Il serbatoio ha lo scopo,
dunque, oltre quello di accumulare le fluenze invernali, anche
di decantare e regolare le acque invernali rendendole sempre
trattabili dal potabilizzatore.
La capacità utile dell'invaso è di circa 23.000.000
m3.
I tempi di completamento dell'opera sono stimabili in circa
48 mesi dalla ripresa dei lavori a cui vanno aggiunti 12 mesi
per la revisione del progetto e il perfezionamento degli atti
amministrativi.
I finanziamenti già assentiti ammontano a £.
313.000.000.000 oggi Euro 161.651.009,42.
In relazione all'opera si segnala che l'attuale stato di "incaglio"
dell'opera - caratterizzato dalla presenza di lavori avviati
e sospesi - è causa anche di un significativo contenzioso
e di molteplici problematiche ambientali sulle quali è
in corso l'attività di studio e di analisi da parte
dei consulenti della struttura.
Obiettivo dell'Ufficio è l'avvio del completamento
dell'opera attraverso la individuazione di un nuovo commissionario
che, consapevole dei problemi di approvvigionamento dei materiali
per la costruzione del corpo diga, assicuri la definitiva
realizzazione dell'opera.
* Sosio-Verdura e Belice
Lo studio relativo rientra tra gli interventi per i quali
il 13.5.2002 è stata stipulata apposita convenzione
con la Sogesid. S.p.a.
Gli esiti intermedi dello studio, evidenziano la possibilità
di disporre di un volume medio annuo di 10 Mm3 in corrispondenza
di una sezione idraulica sita poco a valle del lago Gammauta.
Lo studio, sottoposto ad analisi da parte del gruppo di consulenti
nominati dal Commissario ai sensi dell'art.6, comma 5, dell'O.M.
3189/02, è stato positivamente valutato e si sono comunque
richieste ulteriori attività di istruzione ed elaborazione.
In proposito, in relazioni alle possibili destinazioni d'uso,
si è previsto di utilizzare il 50 % delle risorse per
gli usi potabili (adducendola al potabilizzatore di Sambuca
di Sicilia per l'alimentazione dei sistemi idrici Garcia -
Favara di Burgio e Montescuro Ovest, rispettivamente asserviti
all'approvvigionamento del comprensorio agrigentino occidentale
e trapanese), ed il rimanente 50% per gli scopi irrigui, veicolandole
al lago Castello per i fabbisogni dell'agro riberese.
In ordine a tale seconda possibilità di utilizzo va
puntualizzato che la scelta - già contenuta in una
progettazione effettuata ad iniziativa del Consorzio n. 3
di Agrigento - ha trovato finanziamento nella seduta del CIPE
del 19/12/02 nell'ambito del "Piano irriguo Nazionale".
In proposito va sottolineato come il lago Castello costituisca
il naturale serbatoio dal quale prelevare le risorse idriche
per far fronte ai fabbisogni idropotabili della città
di Agrigento ed al comprensorio circostante.
La valenza strategica di tale invaso ha suggerito di porre
in essere intese con il Consorzio di bonifica 3 di Agrigento,
titolare del progetto del finanziamento, mirato a consentire
la rapida realizzazione dell'opera. In tal senso va letta
la scelta del Consorzio di affidare all'ufficio del Commissario
delegato per l'emergenza idrica la titolarità del progetto
e del finanziamento per consentire così a questo Ufficio,
con le prerogative di deroga di cui fruisce, l'accelerazione
delle procedure necessarie per l'avvio e la conclusione dei
lavori.
* Lago di Villarosa; * Lago di Gibbesi
L'APQ ha previsto per entrambi gli invasi la redazione di
studi di sistema allo scopo di pervenire a soluzione della
numerose problematiche collegate al completamento e/o alla
fruizione.
Entrambi gli studi sono stati commissionati alla SOGESID S.p.A.
dalla Direzione della Programmazione della Presidenza della
Regione Siciliana il 21 dicembre 2000.
La principale difficoltà collegata all'uso degli invasi
si fonda sulla circostanza che le acque dei due invasi - realizzati
in zone dove più alta è la presenza di falde
solfifere - presentano valori di salinità (solfati)
oltre i limiti della potabilità.
L'obiettivo di questi studi è quello di determinare
il loro miglior uso (potabile, irriguo, o promiscuo), tenendo
in considerazione sia l'aspetto finanziario della realizzazione
e dell'esercizio degli impianti necessari alla riduzione della
salinità, sia la sostenibilità ambientale dell'uso
di tali risorse.
Invaso
Gibbesi
Lo studio sull'invaso Gibbesi è stato già completato
e consegnato (22 novembre 2002).
Dallo studio idrologico aggiornato si stima che la disponibilità
idrica attuale dell'invaso sia inferiore rispetto a quella
stimata all'epoca della sua costruzione (circa 7,9 Mm3) ed
ammonta a circa 6,4 milioni di m3. È stata valutata
la potenziale domanda idropotabile nell'area del serbatoio
Gibbesi che, tenendo conto della posizione geografica dell'invaso,
è quella della città di Agrigento e dei comuni
della fascia costiera, oggi alimentati in gran parte dall'acquedotto
Gela-Aragona con l'acqua proveniente dal dissalatore di Gela.
Nell'anno 2020, a fronte di una disponibilità attuale
di circa 13,4 Mm3/anno, è stato stimato un deficit
di risorsa pari a circa 1,9 Mm3/anno.
La possibilità di utilizzare le acque del Gibbesi a
scopo potabile comporta una riduzione del loro contenuto salino
e per questo scopo sono state valutate tre possibili soluzioni
di trattamento: la miscelazione con le acque della dissalata
Gela-Aragona, la dissalazione (ad osmosi inversa) ed una soluzione
mista tra le due precedenti. In particolare, dalle analisi
sia pur non approfondite già effettuate dall'Ufficio,
la soluzione mista appare essere concorrenziale mostrando,
per un volume di 3,7 Mm3/anno miscelati e 2,7 Mm3/anno dissalati,
un investimento di 12,3 milioni di €, un costo annuo
di esercizio di 769 migliaia di € ed un costo di produzione
di 0,39 €/m3. Considerando un contributo a fondo perduto
del 70%, il costo d'impianto sarebbe circa 3,7 milioni di
€ mentre il costo di produzione si ridurrebbe a 0,24
€/m3.
Per quanto riguarda l'utilizzazione irrigua delle acque, non
appare ipotizzabile alcun trattamento.
Dalle elaborazioni condotte nel documento base per l'Accordo
di Programma Quadro sulle Risorse idriche in Sicilia, risulta
che il massimo fabbisogno idrico lordo, valutato a medio termine
nell'ipotesi di estendere le aree irrigate fino al 75 % di
quelle già attrezzate nel Consorzio di Bonifica n.
5 di Gela, ammonta a 19,5 Mm3/anno.
A fronte di tale esigenza, è stata condotta un'analisi
finanziaria rivalutando un progetto esecutivo del 1989 proposto
dall'ex Consorzio di Bonifica "Salso inferiore"
(oggi Consorzio n. 5 - Gela). È stato ipotizzato di
distribuire un volume di 4,0 Mm3/anno, ed è stato così
determinato un valore del costo di produzione che consente
di avere Margini Operativi Lordi e Risultati Netti positivi,
coprendo anche gli accantonamenti per l'ammortamento delle
opere. Dall'esame dei flussi cassa annui risulta che sarebbe
necessario applicare un contributo irriguo, al netto d'inflazione,
di 1,16 €/m3.
Invaso Villarosa
Lo studio sull'invaso Villarosa è in fase di conclusione.
Dallo studio idrologico aggiornato si stima che la disponibilità
idrica attuale dell'invaso Villarosa sia di circa 10 Mm3/anno,
valore che risulta molto prossimo alla capacità utile
di progetto originaria dell'invaso (10,4 Mm3).
È stata valutata la potenziale domanda nell'area del
serbatoio Villarosa che, tenendo conto della posizione geografica
dell'invaso Villarosa, è quella della città
di Caltanissetta: nell'anno 2032, a fronte di una disponibilità
attuale di circa 4,9 Mm3/anno, è stato stimato un deficit
di risorsa pari a circa 2,3 Mm3/anno. La possibilità
di utilizzare le acque del Villarosa a scopo potabile comporta
una riduzione del loro contenuto salino e per questo scopo
sono state valutate due possibili soluzioni tecniche: la miscelazione
con acqua meno salina disponibile nell'area dell'invaso, ossia
quella dell'acquedotto Ancipa e dell'acquedotto Blufi, e la
dissalazione (ad osmosi inversa). Utilizzando per la miscelazione
sia l'acqua dell'acquedotto Blufi sia quella dell'Ancipa,
con un volume del Villarosa di circa 6 Mm3/anno, massimo miscelabile
con le acque di entrambi gli acquedotti, il costo di produzione
sarebbe circa 0,28 €/m3 senza contributo a fondo perduto
e circa 0,17 €/m3 con contributo del 70%.
La soluzione della dissalazione è stata, peraltro,
presa in considerazione da questa Struttura solo a titolo
d'esempio, ipotizzando di realizzare un impianto ad osmosi
inversa, non includendo però tra i costi la problematica,
tuttora irrisolta, dello smaltimento dei reflui (salamoia)
prodotti nel processo di dissalazione.
Per l'uso irriguo è presente un deficit consistente
nel Consorzio di Bonifica di Caltanissetta per il quale è
stato stimato dall'INEA (2000) un fabbisogno idrico futuro
di 7,76 Mm3, a fronte di una scarsa disponibilità idrica
attuale. Pertanto, a seguito di tali necessità irrigue,
i volumi del Villarosa non utilizzabili a scopo potabile,
ossia circa 4 Mm3/anno, potrebbero essere destinati ai fabbisogni
di tale settore.
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